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Si può sostenere più di uno sforzo massimale all’interno di uno stesso test incrementale? Coach Luca Bianchini risponde.


Parliamoci chiaro: questo contenuto non ha un valore scientifico ma è il frutto del continuo scambio di opinioni (o brainstorming per usare un termine più aziendale) che avviene tra i Coach MagneticDays, persone con esperienze ed idee individuali sull’allenamento indoor. Da uno di questi confronti è nata la curiosità se un atleta potesse sostenere ripetutamente uno sforzo massimale all’interno di una sessione di test incrementale.

Una sfida a cui molti atleti sono sottoposti durante le gare, infatti, è quella di esprimere più volte la prestazione massima, magari avendo a disposizione solo pochi minuti per recuperare tra una ripetizione e l’altra. La potenza espressa in questi momenti generalmente è massimale. Ma erogare la massima potenza per pochi secondi, più volte, si chiama repeated sprint stability, descritta in letteratura scientifica come la capacità di un atleta di sostenere uno sforzo massimale più volte nel tempo con recuperi incompleti. Dunque, la nostra domanda è stata: “Un atleta è in grado di ripetere 3 volte un test incrementale massimale con un recupero attivo di 3 minuti?”

Spesso sono gli atleti a chiederci le cose più strane. Stavolta, però, questa curiosità è nata proprio dal dibattito interno tra noi Coach (il confronto è alla base del nostro lavoro): c’è chi sosteneva che eseguendo tre volte il test non si arrivasse alla stessa intensità, e chi invece che la potenza finale espressa fosse sempre la stessa. “Ipoteticamente – ci dicevamo – se è stato dato tutto nel primo test, nel secondo dovrebbe subentrare la stanchezza, un calo del glicogeno e un leggero stato di disidratazione, nonché la deriva cardiaca. Sempre ipoteticamente, il secondo test dovrebbe vedere espressa una potenza minore a discapito di una frequenza cardiaca uguale, mentre il terzo dovrebbe esprimere una frequenza cardiaca alta e una potenza di molto inferiore al primo test.”

Il dibattito si è così allargato, ma nessuno di noi aveva mai provato a verificare nel concreto cosa potesse accadere, anche perché non esistono ancora dati certi in letteratura scientifica che possano supportarci, dunque, non potevamo sapere da che parte pendesse la ragione. Così, grazie alle infinite possibilità offerte dai rulli per bici JARVIS, abbiamo deciso di far sostenere ripetutamente a qualche atleta uno sforzo massimale all’interno di una sessione di test incrementale, costruendo un allenamento al cui interno ci fossero tre test incrementali da 1 watt ogni 6 secondi. Per soddisfare la nostra curiosità, ma anche per capire davanti a che tipo di situazione potessimo trovarci, abbiamo coinvolto 10 persone, di cui 7 hanno concluso il triplo test, mentre solo in 3 si sono fermati al secondo. Ripetiamo che questo non è uno studio scientifico, ma una semplice e pura curiosità che abbiamo voluto tradurre nella pratica.

Sforzo Massimale e Test Incrementale: analisi dei dati

Per capire se poteva essere possibile sostenere uno sforzo massimale ripetuto 3 volte all’interno di un allenamento indoor sui rulli, abbiamo cercato di effettuare un’analisi dei dati il più precisa possibile. Nel grafico seguente possiamo vedere le varie fasi di esecuzione del test incrementale: riscaldamento, test 1:6 e recupero di 3 minuti, tutto ripetuto fino al completamento dei tre test e al defaticamento finale.

Sforzo Massimale | Test Incrementale 1

Nel secondo grafico notiamo invece che la frequenza cardiaca è salita allo stesso valore in tutti i test. Questo indica che gli atleti coinvolti hanno sempre dato il massimo. Inoltre, questi dati sono stati confrontati con i test precedentemente effettuati, rilevando le medesime caratteristiche di soglia cardiaca.

Sforzo Massimale | Test Incrementale 2

Anche il comportamento della cadenza è simile in tutti e tre i grafici, dunque possiamo affermare che i vari test incrementali sono stati eseguiti nello stesso modo (sempre riferendoci ai test precedenti).

Sforzo Massimale | Test Incrementale 3

Quali dati abbiamo ottenuto? Nella tabella seguente abbiamo riportato i valori massimi e di soglia dei sette atleti che hanno concluso il triplo test. Senza fare troppa statistica, possiamo notare che i valori massimali e i valori di soglia sono simili nelle tre prove (1 TEST, 2 TEST, 3 TEST). La differenza maggiore tra queste tre prove è dell’11%, con una differenza media del 4% tra i valori massimi e i valori di soglia.

Sforzo Massimale | Test Incrementale 4

Come possiamo utilizzare questi dati? Intanto abbiamo messo un primo punto, sfatando l’idea che ci siano differenze di potenza nelle tre prove, in particolare che la terza o la seconda siano inferiori alla prima. Non conosciamo i motivi per cui si riesca a ottenere sempre lo stesso risultato, ma sarà un’indagine da approfondire successivamente.

Facciamo un’autocritica costruttiva? Sicuramente questi esperimenti non hanno rigore scientifico e tanto meno statistico, inoltre, sono state coinvolte persone ben allenate. Bisognerebbe provare con un gruppo più ampio, standardizzare ulteriormente il riscaldamento, partire dalla stessa potenza per tutti e selezionare atleti con diverse capacità di soglia, per capire se chi è poco allenato manifesta lo stesso comportamento (così come si è notato nei tre atleti che hanno interrotto volontariamente l’esperimento al secondo test).

Quali riflessioni possiamo fare? La prima riflessione è che è proprio dal nostro confronto interno che nasce lo stimolo per sperimentare nel concreto situazioni reali che possono accadere in outdoor. La seconda riflessione è che noi Coach MD non diamo mai per scontato che una nostra idea sia necessariamente giusta; anzi, sperimentiamo continuamente sia nuove metodiche di allenamento che nuovi metodi di testare gli atleti, perchè un allenamento indoor con i rulli per bici JARVIS – sviluppato con la nostra metodologia di allenamento personalizzato – ci permette di lavorare come dei piccoli artigiani in un laboratorio, con l’obiettivo di trovare sempre nuove soluzioni efficaci per gli atleti e per il conseguimento dei loro obiettivi nel pieno rispetto della letteratura scientifica.

Quale obiettivo ottenere? L’obiettivo di ogni allenatore e atleta è quello di capire se gli allenamenti proposti contribuiscano ad un reale miglioramento della performance, intesa nel senso più ampio del termine. Per questo, se vuoi far parte di un gruppo di sperimentazione di nuove metodiche di allenamento, puoi scrivermi una mail a [email protected]!