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Riabilitazione post incidente con Magneticdays: l’esperienza di Eugenio Capodaqua

  17 Gennaio 2017

eugenio-capodacquaC’è una molla, una motivazione molto robusta che spinge noi appassionati della bici ad allenarci con cura e metodo. Ed è l’eterno agonismo; il confronto con se stessi prima di tutto e poi con gli altri. Alzi la mano chi non si è sentito gratificato se nella tale “gran fondo” o nella tal altra garetta è riuscito a mettere le ruote davanti al collega di ufficio o all’amico con cui condivide le uscite in bici.

E’ normale, è nelle umane cose. Ma l’agonismo, delizia (e anche croce) del ciclismo attuale, come di tanti altri sport, dovrebbe essere  inquadrato solo come un secondo passo. Perché nel pedalare, diventato per molti abitudine quotidiana, l’aspetto che dovrebbe prevalere dovrebbe essere quello salutistico. Quello che gli esperti definiscono come nuovo “stile di vita”, assieme all’alimentazione corretta a alla cancellazione di abitudini dannose come il fumo e l’alcool. Intendiamoci: nulla di male nel ricercare soddisfazione in un confronto specie se fatto nel rispetto delle regole accettate da tutti. Anzi. Però la salute dovrebbe venire prima. E allora pensiamo alla salute.

Purtroppo, però, l’obbiettivo non è facile da raggiungere. Traffico, strade dal fondo sconnesso, maleducazione (dei ciclisti e degli automobilisti) rendono spesso l’uscita in bici una vera e propria roulette del rischio. Non basta essere prudenti. Perché il ciclista è visto come una fantasma evanescente. Fastidioso. E quando si verifica l’incidente è sempre quello che ha la peggio. Parlo, purtroppo, per esperienza diretta. Nel maggio scorso uno sciagurato automobilista mi ha investito con un suv mentre ero in bici e mi ha costretto ad un difficile intervento chirurgico alle vertebre cervicali. Con conseguente lunghissima convalescenza e frequentissime crisi depressive.

Per chi è abituato ad una vita attiva fra lavoro e pedali, trovarsi con testa e collo immobilizzati è una bruttissima esperienza, credetemi. La “salvezza” è venuta nel momento in cui, passato il primo periodo, il neurochirurgo che mi ha operato mi ha concesso di tornare in sella. “Ma non su strada, per carità” era la raccomandazione categorica.

E allora ecco il MagneticDays. Un attrezzo per pedalare in casa che avevo conosciuto grazie all’amico Marco Sbragi, e che, per, la sua versatilità ed efficienza rappresenta un mezzo validissimo proprio a tutela della salute. Salite, discese, pianura; tutto può essere facilmente simulato con un modulabilissimo freno magnetico; dai ritmi vari sui pedali alle pedalate in relax.

Dai complessi e impegnativi allenamenti basati sui vari “range” di potenza e di pedalate al minuto ( di cui avremo modo di parlare diffusamente in futuro), alla “passeggiata” distensiva magari ascoltando buona musica o distraendosi con la televisione collegata al Pc. Un’oretta al giorno, per dire parafrasando un noto proverbio, “toglie il medico di torno”. Ma basta anche meno.

Se si pedala per la salute, poi, è ancora meglio perché si ottimizzano gli effetti benefici di questa attività. Cosa vuol dire pedalare per la salute? Molto semplicemente fare in modo che la frequenza cardiaca non superi le 120 – 125 pulsazioni al minuto; uno sforzo medio basso. Per controllare c’è sempre “MagneticDays” e il suo software. Basta una semplice fascia da applicare al petto. E basta regolarsi in modo che lo sforzo non provochi il fiatone.
Si può cominciare, da principianti con una decina di minuti allungando i tempi a mano a mano che si procede nei miglioramenti. E’ facile e fa

molto bene perché questa attività blanda consente di bruciare di preferenza i grassi piuttosto che gli zuccheri, consentendo di dimagrire. Tutte esperienze verificate di persona.

Certo, ci vuole volontà e costanza. Certo, pedalare su strada consente di godere della gioia di paesaggi straordinari. Certo le uscite con gli amici, lo sfottò e le soste al bar per il caffè o il panino sono un’altra cosa. Ma per chi ha poco tempo e per chi (come il sottoscritto) comincia ad avere un gran timore del traffico cittadino e dei pericoli relativi, Magnetic Days è davvero una mano santa. E’ leggero, facilmente trasportabile; nella bella stagione lo metto addirittura sul terrazzo per pedalare all’aria aperta.

E’ d’uso intuitivo e immediato; e può essere governato perfino da uno smartphone. E’ adatto sia al principiante che all’atleta evoluto, per cui una apposita piattaforma nel cloud consente di essere seguiti ad ogni livello con protocolli di allenamento personalizzati come il migliore dei professionisti.

Insomma: MagneticDays è il compagno ideale delle pedalate casalinghe. Per il mestiere che faccio ho sempre avuto poco tempo da dedicare alla bici. E per me è sempre stato importante ottimizzare l’allenamento. Per questo ho spesso usato anche nella bella stagione attrezzi per pedalare in casa. MagnetidDays l’ho scoperto tempo fa. L’ ultima medaglia ai mondiali dei giornalisti (bronzo a Retimnon nel 2013) l’ho preparata anche per non dire soprattutto con questo specialissimo “attrezzo”.

Il software che lo gestisce consente di personalizzare qualsiasi tipo di protocollo; avremo modo di parlarne, ma è sufficiente indicare nelle colonnine deputate il tempo, il wattaggio e il ritmo (rpm). Poi il programma fa tutto da solo. Più facile a fare che a dire. Ma per chi non ha dimestichezza con ritmi e ripetute il cloud di MagneticDays (www.magnetidays.com) ospita una piattaforma che consente di essere seguiti da un esperto staff di tecnici. I costi sono accessibilissimi e vale davvero la pena perché l’allenamento personalizzato, settimana dopo settimana è quello che consente di arrivare al miglior rendimento. Ci si registra, si installa il programma sul Pc o sul laptop (ma esiste anche una app per gestire il tutto da smartphone e lo strumento, leggero e trasportabilissimo può funzionare anche a batteria) e si comincia: buone pedalate.

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